Dicono di me

Parlava spesso dell’Apocalisse, dei tempi bui e della fine del mondo. Quel mondo che guardava con severità, ma anche con una punta di humor, indiscutibilmente nero, frutto del suo saper ‘vedere oltre’. Chissà cosa avrebbe scritto di questi mesi di quarantena forzata… “THE END OF THE WORLD HAS COME!”. E poi avrebbe sicuramente riso. La sua era la risata di un gigante buono. E proprio quella risata, fu la prima cosa che mi colpì quando ci conoscemmo su quel set, tanti anni fa. Lui, immenso sceneggiatore che aveva collaborato a film come L’anno del dragone e Blue Velvet, era un uomo di una modestia inaudita. Possedeva l’umiltà dei grandi maestri, di chi sa padroneggiare qualsiasi tecnica narrativa, tanto da poter passare, nel suo perfetto bilinguismo, da un genere all’altro, perché un visionario deve essere precisissimo, ripeteva. Ne aveva dato prova con la trilogia di Magdeburg, descrivendo i combattimenti fin nei minimi dettagli, talmente precisi da reggere qualsiasi confronto storico. Sergio era un combattente nato e Wulfgar, l’eretico, era un po’ il suo alter ego. Lo citava sempre quando per sbaglio, dimenticando il fuso orario di Los Angeles, lo svegliavo nel cuore della notte. Ma anche allora prevaleva il gigante buono.
Tutte le persone che l’hanno conosciuto sanno che una parte di lui è ancora qui, nelle sue storie, nei suoi action thriller, nei suoi film. Come un cecchino prende la mira dalla collina dove è salito e Wulfgar avrà il suo bel da fare lassù nel cielo. Dubito che Dio vincerà.
Sabina Guidotti


ANGELO MARENZANA PER LA FIABA ” UN OCCHIO VERDE E UNO BLU”

Sarà una fiaba a tenerci compagnia in questo nostro appuntamento domenicale con la narrativa. Una favola scritta e illustrata per essere raccontata ai bambini ma senza nascondere l’intento delle autrici di far breccia anche nel cuore degli adulti. Si tratta di Un occhio verde e uno blu firmato da Sabina Guidotti e Alma di Pietro, un testo pubblicato dalla casa editrice Segni e Parole e riccamente illustrato grazie alle tavole realizzate con colori a pastello e pennellate ad olio dalla mano di Rita Cardelli.

La fiaba narra la storia d’amore tra un bambino, il piccolo Giulio, e la cagnolina Lia. Una cagnolina anziana che ha trascorso tutta la sua vita chiusa in canile, sempre in attesa di un’adozione, di trovare la famiglia giusta, quella capace di accoglierla e di darle affetto e attenzioni. Lia fa parte di quella schiera di cani emarginati dentro le gabbie di un canile e che nessuno adotterebbe mai. Animali destinati alla solitudine solo per il fatto di essere anziani.

Giulio ha un occhio verde e uno blu. Vede il mondo soltanto di due colori e pensa di essere l’unico a vederlo così. Anche Lia vede il mondo un po’ verde e un po’ blu. Ma di come vede il mondo Lia a nessuno interessa. Così Lia decide di chiudere gli occhi. Fino al giorno in cui Giulio, guidato dall’istinto, sceglierà la cagnolina come compagna. Lia aprirà gli occhi e finalmente si riconosceranno. Le loro lacrime di gioia si trasformeranno in coriandoli colorati e tutti i colori entreranno nella vita di entrambi.

La fiaba è nata per raccontare l’amore che può legare un bambino e un cane, nella convinzione che soltanto i bambini, in quanto tali privi di preconcetti, possono scegliere coraggiosamente ascoltando la voce del cuore. Il bambino non si pone le domande degli adulti, non si chiede se un cane anziano saprà giocare con lui o per quanto tempo. Il bambino riconosce e sceglie un dono prezioso, tutto l’amore che soltanto un cane che ha conosciuto l’attesa può regalare e che negli anni è rimasto custodito nel suo cuore per quella carezza mai arrivata.

Un occhio verde e uno blu è una storia vera narrata con lo strumento della fiaba, una narrazione dalla forte impronta educativa, capace di sollevare un problema di natura sociale ma sempre mantendo la propria forza critica in equilibrio rispetto al pubblico cui è destinato. Il tema viene espresso in maniera leggera e mantiene vivo parola dopo parola il presupposto per cui nasce una storia simile. Un occhio verde e uno blu ci ricoorda che ci sono tantissime Nonna Lia nel mondo, animali anziani e prigionieri di troppe preclusioni mentali, creature vittime di pregiudizi cuturali che sperano e attendono di essere adottate, di essere tirate fuori per sempre da quelle gabbie per poter vivere una vita di affetti sinceri.

Giulio e Lia, per mano delle loro autrici, ci invitano ad aprire quelle gabbie “trasformandole in giardini fioriti, dove davvero possiamo vedere ancora un mondo colorato, come avessimo occhi di bambino!” Nessun estratto in lettura questa settimana così come è consuetudine per i libri presentati. La brevità della fiaba non ne permette la pubblicazione senza snaturare il testo. Ma un consiglio è d’obbligo: ordinare il volume in libreria. Sostenere Un occhio verde e uno blu è anche sostenere un atto benefico oltre che fare contenti cani bimbi e senz’altro anche chi legge.

DANILO ARONA – scrittore – www.daniloarona.com

Con lei ho scritto un libro. Ho mangiato, bevuto e a lungo parlato (per qualche strano motivo sempre d’altro). Ci sono, ci sarebbero, molte motivazioni per affermare «Io la conosco bene».

Prendere o lasciare, e la sua scrittura è come lei.

Io l’ho presa e non me ne pento.

Peraltro, dopo di lei c’è solo la Terra della Fine, Land’s end.

Ma questa è una strizzata d’occhio. Potete anche cestinarla.

Peraltro, dopo di lei c’è solo la Terra della Fine, Land’s end.

MATTEO SOLTANTO – Pittore e scenografo – www.matteosoltanto.com

Sabina mi apparve in studio diversi anni fa, diede uno sguardo ai miei quadri e si congedò dicendo che avremmo dovuto fare qualcosa insieme.

In una pausa, rovistando tra i lavori, incappò in un mio trittico rappresentante un urlo. 

– “Ecco” – disse – “cosa dobbiamo fare insieme” .

– “Urlare?” – le chiesi.

Si aprì in una risata e fece segno di aver capito. Cosa, lo sapeva lei.

Un minuto dopo se n’era andata. Si palesò una terza volta qualche settimana dopo con un manoscritto. 

– “Tieni, leggi, è il tuo urlo” .

Una matta, naturalmente, uno strambo elfo dell’appennino, ma con una penna profonda, un intuito ferino e insieme la sensibilità di quei caprioli che raccontava di vedere tra le querce, dalla finestra di una baita a Monte Sole.

La quarta volta arrivò con un libro stampato in centinaia di copie.

Dentro c’era il mio Urlo , circondato da quel racconto che solo lei avrebbe potuto immaginare. Dunque una matta, certamente, ma capace in qualche settimana di concepire una storia attorno ad un quadro, trovare uno stampatore d’arte e creare un’edizione unica.

Oggi che la so ghost writer, per la prima volta non mi stupisco di lei, perché viste le continue apparizioni e sparizioni, un “fantasma che scrive” mi sembra la migliore descrizione si possa fare di lei. 

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ANDREA ZAULI: scrittore – Di gelo di fuoco –  DM Edizioni

Sabina è uno dei pochi editor capace di mettere il meglio delle sue qualità di autrice al servizio di altri autori, senza però snaturare l’opera di chi chiede i suoi servizi. 

Non è vero per niente. La Guidotti è un Mistero con la “Emme” maiuscola. Sfuggente, inclassificabile, una nebbia carpenteriana che ti avvolge e ti fa perdere la rotta. Una vera artista, e per questo folle e bravissima.

Penetrante, puntuale, gentile ma sempre e comunque lucidamente critica, sono felice di aver lavorato con lei.

PIERLUIGI FABRI: scrittore – Di gelo di fuoco – DM Edizioni

Ho avuto la fortuna di lavorare con Sabina e ho potuto apprezzare le sue grandi capacità di editor.  Gentile, precisa e sempre in grado di fornire il consiglio giusto al momento giusto, grazie anche alla sua esperienza di autrice. Non posso che essere felice della nostra collaborazione. 

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ALESSANDRO GIUSBERTI – pittore – www.alessandrogiusberti.com

Un sonetto a Sabina Guidotti

Notturna viaggia nelle notti inquiete, si ode più in là un animale della selva.

La magica striscia della Regina Mab che diceva “Povero Mercuzio, il buon Mercuzio lo hanno ucciso”. 

E tutto tace e tutto muove nei sospiri del teatro, ecco allora il silenzio empio del frastuono colossale, ed ecco la tragedia di Giuda, Sabina Guidotti, come ultimo indizio.

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STEFANO DE MARCHI – autore – Consulente finanziario

La Guidotti riunisce i requisiti professionali e manageriali per accompagnare un autore esordiente verso l’obiettivo della pubblicazione di un lavoro.

Fornisce all’autore gli strumenti con cui liberare su un manoscritto tutte le qualità e il talento che possiede, e gestire con tecniche adeguate lo sviluppo dei capitoli e dell’intero corpo del testo.

Declina individualmente la sua attività di coaching, adattandosi alle esigenze e caratteristiche dell’autore. Non fa lezioni di gruppo. Non offre soluzioni massive, accademiche, ma personali e circostanziate.

La sua esperienza poliedrica tra cinema, letteratura, poesia e teatro le consente di sviluppare un editing già orientato alla migliore finalizzazione possibile dell’opera, al pubblico a cui rivolgersi, alle case editrici e alle collane più idonee ad accogliere il manoscritto.

Lavorare con lei, per me, è la miscela vincente.

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DANIELE VENTURI – compositore di musica – www.danieleventuri.com

Sabina Guidotti è una poetessa e una scrittrice di grande talento e di rara sensibilità.

Dalla sua fervida fantasia sgorgano immagini fantastiche, che subito, si trasformano in caleidoscopici versi, che ci trasportano oltre la soglia della narrazione.

Il lettore è così pervaso dai suoi materici versi ed incantato dal suono della parola.

Lo stupore e l’incantamento non cessano neppure quando la Guidotti, con i suoi pregnanti versi, mette in luce le miserie e le meschinità umane.

Si tratta di scritti che penetrano nell’animo di chi li legge.

Pur utilizzando, non di rado, immagini crude in stile pasoliniano, la Guidotti “stempera la sofferenza” con tratti poetici ricchi di un plastico lirismo.

Il suo nobile spirito di artista la porta a trattare spesso temi impegnati, primo tra tutti quello animalista.

Ma anche su queste “tortuose vie” la Guidotti, riesce sempre a farci sognare un futuro migliore ed un mondo più giusto e solidale.

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CARMELO PECORA – scrittore, poliziotto, Responsabile polizia scientifica di Forlì – www.carmelopecora.it

Ho conosciuto Sabina Guidotti un po’ di anni fa a Bologna, quando ero all’inizio della mia avventura letteraria.

Avevamo amici comuni come Carlo Lucarelli.  

La vedevo di sfuggita alle presentazioni letterarie. Lei arrivava  con scrittori del calibro di Vincenzo Cerami o il poeta Edoardo Sanguineti.

Poi la persi di vista. Seppi che aveva scelto il cinema e aveva lasciato Bologna.

Oggi, dopo uno strano giro di vite, ci siamo finalmente incontrati e abbiamo preso quel famoso caffè.

Se dovessi descriverla utilizzando una lettera, utilizzerei la lettera C perché è Creativa,

Caparbia, Concreta.

Ho avuto la fortuna di essere scelto da lei per un progetto letterario e posso apprezzare giornalmente queste sue qualità.

Cos’altro aggiungere?

Il suo curriculum parla per lei.

Penso che pochi conoscano i linguaggi letterari e cinematografici come Sabina, e penso che pochi possano permettersi di essere stato a fianco di personaggi che hanno fatto la storia letteraria e cinematografica del nostro paese.

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GUIDO FIANDRA – Regista, docente di cinema, autore televisivo, documentarista.

Ho conosciuto Sabina Guidotti molti anni fa, quando si iscrisse al Corso di Regia e Sceneggiatura all’Accademia del Cinema di Bologna. Aveva già allora un curriculum straordinario, ma continuava a studiare perché voleva perfezionarsi.

Notai subito alcune doti personali – creatività, finezza di scrittura, costanza – e un’ottima maturità nell’articolare la narrazione.

Si laureò brillantemente.

Durante questi anni ho seguito la carriera di Sabina che si è sviluppata tra la scrittura dei  suoi romanzi e il lavoro di editor, ghostwriter e consulente editoriale per svariate case editrici.

Ho lavorato con lei in un paio di occasioni su progetti da lei ideati, e l’ho scelta come editor  per il romanzo “Di Gelo e di Fuoco”  scritto da me e da altri tre autori.

Ritengo che tra le sue grandi capacità vi sia proprio quella di dividere il suo ruolo di autrice da quello di editor.

Quando è coinvolta come editor, è capace di mutare aspetto e di lasciare la veste di scrittrice per entrare nelle storie altrui, perché  la qualità di un editor è anche quella di saper ascoltare e capire cosa un autore ha in mente, senza snaturarne lo stile, né il senso dell’opera.

La ritengo una perfezionista e le affiderei a occhi chiusi qualsiasi testo, proprio perché so come lavora.

Fonte SKUOLA.NET Come si diventa Ghost Writer in Italia

Come si diventa ghost writer in Italia?

Una categoria ancora poco conosciuta, anche per ragioni di coerente riservatezza, é quella degli scrittori “conto terzi” cosidetti ghost writers. Alcuni tra i libri di maggiore successo sono, in tutto o più frequentemente in parte, frutto del loro lavoro. Alcuni romanzieri professionisti internazionali molto prolifici, per realizzare le loro opere, hanno ammesso di avvalersi di suggerimenti o spunti provenienti da scrittori professionisti. Tra questi c’é chi fa i nomi di Corin Tellado, James Patterson, Wilbur Smith, Ryoki Inoue, Tom Clancy. La loro produzione non é stata per questo diminuita, ma il più delle volte ha tratto ispirazione o utilizzato suggerimenti di ghost writers. Tra i compiti ricorrenti degli scrittori fantasmi ci sono le redazioni di autobiografie, ma c’é chi afferma che oltre il 20% dei best sellers sia stato composto grazie a loro. In Italia, il lavoro degli scrittori fantasma é apprezzato in privato e rigorosamente taciuto o negato in pubblico. E’ assai raro che qualche scrittore italiano ammetta di farne uso e il dichiararsi tale apertamente, crea curiosità incline al pettegolezzo che striscia, oppure imbarazzo tra gli addetti ai lavori. A livello internazionale invece essi sono abitualmente indicati come professionisti di grande esperienza ed utilità pratica, come nel caso famoso di “Open”, la biografia di Agassi che ha fatto notizia, scritta da Moehringer, poi diventata uno straordinario successo apprezzato dal pubblico e dalla critica. Ricordiamo David Beckam, che chiese aiuto al celebre ghost Tom Watt, il quale per lui ha scritto l’autobiografia intitolata My side. In Italia vi sono agenzie di scrittori per mestiere, come il Ghostwriter Studio, un network di scrittori professionisti che scrive e vende libri destinati al mercato editoriale Italiano lavorando anche in contemporanea su una sola opera al mese e producendo libri lunghi fino a 80 mila parole in qualunque settore. I ghost writers possono occuparsi anche di corsi per il perfezionamento della scrittura. E’ il caso della scrittrice Marina Cuollo, che nel 2016, dopo aver seguito un corso di questi, ha firmato un contratto editoriale con la Sperling & Kupfer esordendo con il suo primo libro pubblicato ad Aprile 2017 a cui ne seguono altri grazie ai professionisti che l’hanno seguita. A livello internazionale, tra i più noti e capaci c’é Andrew Croft, con onorari che superano i 100.000 euro per ogni lavoro e una clientela ristrettissima. In Italia ricordiamo Irene Spagnuolo, che ha svolto sino al 2016 l’attività di scrittrice ombra dividendosi con i suoi incarichi come social media manager, Riccardo Esposito, che ammette di guadagnare di più con un post firmato che non con un articolo da ghost, Susanna De Ciechi, che ha all’attivo romanzi, autobiografie, memoir e che dal 2015 ha iniziato a pubblicare a sua firma, Gregorio Ponci, ghost writers milanese con tanto di recapito facilmente reperibile dal web, ma tra i più riservati in assoluto, con produzione di trame accolte con favore anche da importantissimi autori italiani, noto per la sua imprevedibile originalità, l’agenzia Ghostwriters Connection, che ha scrittori a Pordenone, Milano, Torino, Roma e Napoli, Malcolm Pagani che curò l’autobiografia di Loredana Berté, Maria M. Sala, Marco Luzi, Domenico Russo, Carmen Laterza, Roberta Giulia Amidani, Sabina Guidotti, Francesca Parravicini che scrisse una sua prima opera per Anna Longhi. Non possono essere considerati ghost writers coloro i quali si occupano della redazione di messaggi istituzionali o di importanti cariche, autorità civili, militari, politiche, ecclesiastiche, come ad esempio Giampiero Gloder, Beniamino Stella, Marcello Semeraro, Lucio Angel Vallejo Balda, Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru e Víctor «Tucho» Manuel Fernández per la Santa Sede.

Edoardo RosatI

“Quella di Sabina Guidotti è una mirabile “penna-Zelig”…

Dalla personalità multipla. Perché con invidiabile dimestichezza tesse sceneggiature cinematografiche, ordisce teoremi di distruzione ma sa anche narrare toccanti favole che puntano dritte alla pancia di un bambino. 

Sabina è un esempio luminoso di quanto possa essere potente la magia delle parole se gestita con sapienza. E col cuore”.

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